mercoledì 13 giugno 2012

SANSONETTI IL TRAGHETTATORE ALLA SCHETTINO

L'arrivo di Piero Sansonetti a guidare calabria ora venne visto come un arrivo eccellente in calabria. Uno dei direttori di giornali più in vista d'italia, presente in molti talk show televisivi, dava l'impressione di poter dare una svolta al giornale calabria ora, dopo i problemi tra citrigno/aquino e pollichieni. Dopo un pò di tempo dal suo arrivo potremo dire che la sua politica a calabria ora, non ha avanzato di molto la lettura del giornale. peccato per quei giornalisti di calabria ora che si aspettavano un contributo di esperienza maggiore, per poter ingrandire i propri bagagli giornalistici, ma niente di tutto ciò. per non parlare della politica sul personale che lascia il tempo che trova, giornalisti da anni, con stipendi minimi e di contratti neanche a parlarne. 
speriamo che ci sia un inversione di rotta, ma se continua a copiare la gazzetta con le locandine che parlano di ntrangheta, attentati e rapine non andrà molto oltre.


di seguito un pò di storia del caro PIERO 



La carriera di Sansonetti ha degli aspetti decisamente divertenti, ma pone anche degli interrogativi seri su come un personaggio del genere abbia potuto dirigere il quotidiano del maggior partito della sinistra italiana.
Nel 1990 Sansonetti arriva a L’Unitàdove sarà vicedirettore e poi condirettore. E gli anni Novanta per L’Unità sono stati quelli della crisi di vendite che ha portato, nel 2000, alla chiusura del giornale.
Passato a Liberazione, si sente investito di una missione singolare: quella di sostenere posizioni di destra dalle pagine di un quotidiano di sinistra.
I redattori di Liberazione raccontano di aver avuto difficoltà a riportare le difficoltà giudiziarie dei vari esponenti di Forza Italia, e in particolare di Dell’Utri: il direttore si opponeva sistematicamente a posizioni troppo ostili, bollandole come “giustizialismo”.
Nel frattempo arriva la batosta della Sinistra Arcobaleno.Rifondazione rimane senza parlamentari e senza i relativi finanziamenti pubblici. Le perdite generate dalla gestione di Liberazione sono ormai insostenibili e imporrebbero un deciso cambio di rotta, ma nonostante i risultati fallimentari Sansonetti rimane al suo posto. I bertinottiani ad ogni tentativo di rimuoverlo gridano al colpo di stato e strepitano contro lo “stalinismo”.
Nell’estate del 2008 difende a spada tratta la ministra Carfagna dopo l’intervento di Sabina Guzzanti al No Cav day, che definisce “fascistoide e barbaro”.
In televisione e alla radio è onnipresente: un personaggio che si dichiara di sinistra ma dà sempre ragione alla destra non può mancare in nessun talk show, soprattutto in quelli più faziosi. Le comparsate a “Porta a Porta”, “La vita in Diretta” e “Zapping” si sprecano e si concludono sempre con figuracce epocali.
CACCIATO DA LIBERAZIONE FONDA L'ALTRO
Ma L’Altro si caratterizza soprattutto per l’ampio spazio che dedica all’estrema destra neofascista: nel giugno 2009 alcune realtà della sinistra romana denunciano: “Un’intervista a Iannone, capo dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un volantino di propaganda, in cui si bercia contro l’antifascismo; il racconto dell’incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del federale locale ‘personaggio interessante e controverso’: definizione perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante razzista per una quindicina di pestaggi.
Ma non c’e’ da stupirsi se su L’Altro a scrivere tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale che partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi. Oppure se ad occuparsi di futurismo è Miro Renzaglia, animatore della galassia culturale della destra radicale e firma di NoReporter, sito d’informazione gestito da Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che ogni anno non manca di ricordare con un articolo il compleanno di Adolf Hitler. Sono questi gli steccati da superare?”
Il 28 settembre 2009 due redattori esasperati scrivono una lettera aperta: “Ci vergogniamo, è dura ammetterlo, ma è così. Doveva essere per noi un’avventura nuova, appassionante e a tratti lo è stata. Ma ora ci vergogniamo di essere nella redazione de L’Altro. (…) 2 pagine “simpatetiche” dedicate agli sproloqui del fascista Iannone, l’unico articolo sulla Resistenza (ad esclusione dei “numeri zero”) affidato a un’ intervista a Giampaolo Pansa autore di quel ‘memorabile lavoro storico e storiografico’ che è Il sangue dei vinti, un articolo del sempre simpatetico Tassinari sulle aggressioni a Casa Pound, un interessantissimo contributo di Renzaglia sul futurismo fino ad arrivare agli ultimi interventi. (…) Una campagna continua contro tutto e tutti che dà la misura della supponenza con cui in cinque mesi abbiamo dato vita a un giornale gossipparo e provinciale”.
Nell’ottobre 2009 è costretto a cambiare nome a seguito di una causa e diventa Gli altri, ma anche al plurale i risultati in termini di vendite sono gli stessi di sempre: due mesi dopo passa da quotidiano a settimanale. Sansonetti conferma il suo impegno per aiutare la sinistra “a liberarsi delle scorie del passato e a misurarsi con i temi giganteschi che la modernità ci propone”.
LA DISCESA IN CALABRIA
la testata calabria ora  è nel caos dopo l’addio al vetriolo del vecchio direttore. Paolo Pollichieni si è dimesso meno di una settimana fa con un editoriale-denuncia contro la proprietà. Guarda caso, il 20 luglio Pollichieni aveva pubblicato alcuni articoli su presunti incontri tra il governatore del Pdl Giuseppe Scopelliti e alcuni boss delle cosche calabresi. Con lui se ne se sono andati due cronisti di punta minacciati dalle cosche, il caporedattore centrale e due vice, due capiservizio e il responsabile delle cronache politiche. In pratica tutta l’ossatura del giornale, che da allora è in stato di agitazione con il cdr sul piede di guerra. Al centro delle polemiche le pressioni continue sulla fattura del giornale dei due editori, Pietro Citrigno e Fausto Aquino, imprenditori ex Psi molto «trasversali» nelle amicizie politiche. Citrigno, in passato vicino a Nicola Adamo (Pd), ha interessi nell’edilizia e nella sanità privata convenzionata, è stato condannato in via definitiva per usura a 4 anni e 8 mesi. Aquino invece ha un profilo più «istituzionale»: è vicepresidente nazionale Piccola Industria di Confindustria, è nella giunta di Confindustria Calabria, ha interessi nel petrolio (è il distributore Agip in regione) ed è stato più volte candidato nelle liste di Lamberto Dini”.

alcuni spunti della sua carriera presi da questo interessante blog:  http://solleviamoci.wordpress.com/2010/08/22/l%E2%80%99irresistibile-discesa-di-piero-sansonetti/