speriamo che ci sia un inversione di rotta, ma se continua a copiare la gazzetta con le locandine che parlano di ntrangheta, attentati e rapine non andrà molto oltre.
di seguito un pò di storia del caro PIERO
La carriera di Sansonetti ha degli aspetti decisamente divertenti, ma pone anche degli interrogativi seri su come un personaggio del genere
abbia potuto dirigere il quotidiano del maggior partito della sinistra
italiana.
Nel 1990 Sansonetti arriva a L’Unità, dove sarà
vicedirettore e poi condirettore. E gli anni Novanta per L’Unità sono stati quelli della crisi di vendite che ha
portato, nel 2000, alla chiusura del giornale.
Passato a Liberazione, si sente investito di
una missione singolare: quella di sostenere posizioni di destra dalle pagine di
un quotidiano di sinistra.
I redattori di Liberazione raccontano di aver avuto difficoltà a riportare le difficoltà giudiziarie dei vari
esponenti di Forza Italia, e in particolare di Dell’Utri: il direttore si
opponeva sistematicamente a posizioni troppo ostili, bollandole come
“giustizialismo”.
Nel frattempo arriva la batosta della Sinistra Arcobaleno.Rifondazione rimane
senza parlamentari e senza i relativi finanziamenti pubblici. Le perdite
generate dalla gestione di Liberazione sono ormai
insostenibili e imporrebbero un deciso cambio di rotta, ma nonostante i
risultati fallimentari Sansonetti rimane al suo posto. I bertinottiani ad ogni
tentativo di rimuoverlo gridano al colpo di stato e strepitano contro lo
“stalinismo”.
Nell’estate del 2008 difende a spada tratta la ministra Carfagna dopo l’intervento di Sabina Guzzanti al No Cav day,
che definisce “fascistoide e barbaro”.
In televisione e alla radio è onnipresente: un personaggio che si dichiara di sinistra ma dà sempre ragione alla destra
non può mancare in nessun talk show, soprattutto in quelli più faziosi. Le
comparsate a “Porta a Porta”, “La vita in Diretta” e “Zapping” si sprecano e si
concludono sempre con figuracce epocali.
CACCIATO DA LIBERAZIONE FONDA L'ALTRO
Ma L’Altro si caratterizza soprattutto per l’ampio spazio che dedica all’estrema destra neofascista: nel giugno 2009 alcune realtà
della sinistra romana denunciano: “Un’intervista a Iannone, capo dei “fascisti
del terzo millennio” di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un
volantino di propaganda, in cui si bercia contro l’antifascismo; il racconto
dell’incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del
federale locale ‘personaggio interessante e controverso’: definizione perlomeno
curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l’accusa di
associazione a delinquere con l’aggravante razzista per una quindicina di
pestaggi.
Ma non c’e’ da stupirsi se su L’Altro a scrivere tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale
che partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi. Oppure se
ad occuparsi di futurismo è Miro Renzaglia, animatore della galassia culturale
della destra radicale e firma di NoReporter, sito d’informazione gestito da
Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che ogni anno non manca di ricordare con
un articolo il compleanno di Adolf Hitler. Sono questi gli steccati da
superare?”
Il 28 settembre 2009 due redattori esasperati scrivono una
lettera aperta: “Ci vergogniamo, è dura ammetterlo, ma è così. Doveva essere
per noi un’avventura nuova, appassionante e a tratti lo è stata. Ma ora ci
vergogniamo di essere nella redazione de L’Altro. (…) 2 pagine “simpatetiche”
dedicate agli sproloqui del fascista Iannone, l’unico articolo sulla Resistenza
(ad esclusione dei “numeri zero”) affidato a un’ intervista a Giampaolo Pansa
autore di quel ‘memorabile lavoro storico e storiografico’ che è Il sangue dei vinti, un articolo del sempre simpatetico
Tassinari sulle aggressioni a Casa Pound, un interessantissimo contributo di
Renzaglia sul futurismo fino ad arrivare agli ultimi interventi. (…) Una
campagna continua contro tutto e tutti che dà la misura della supponenza con
cui in cinque mesi abbiamo dato vita a un giornale gossipparo e provinciale”.
Nell’ottobre 2009 è costretto a cambiare nome a seguito di una causa e diventa Gli altri, ma anche al plurale i
risultati in termini di vendite sono gli stessi di sempre: due mesi dopo passa
da quotidiano a settimanale. Sansonetti conferma il suo impegno per aiutare la
sinistra “a liberarsi delle scorie del passato e a misurarsi con i temi
giganteschi che la modernità ci propone”.
LA DISCESA IN CALABRIA
la testata calabria ora è nel caos dopo l’addio al
vetriolo del vecchio direttore. Paolo Pollichieni si è dimesso meno di una
settimana fa con un editoriale-denuncia contro la proprietà. Guarda caso, il 20
luglio Pollichieni aveva pubblicato alcuni articoli su presunti incontri tra il
governatore del Pdl Giuseppe Scopelliti e alcuni boss delle cosche calabresi.
Con lui se ne se sono andati due cronisti di punta minacciati dalle cosche, il
caporedattore centrale e due vice, due capiservizio e il responsabile delle
cronache politiche. In pratica tutta l’ossatura del giornale, che da allora è
in stato di agitazione con il cdr sul piede di guerra. Al centro delle polemiche le pressioni continue sulla fattura del
giornale dei due editori, Pietro Citrigno e Fausto Aquino, imprenditori ex Psi
molto «trasversali» nelle amicizie politiche. Citrigno, in passato vicino a
Nicola Adamo (Pd), ha interessi nell’edilizia e nella sanità privata
convenzionata, è stato condannato in via definitiva per usura a 4 anni e 8 mesi.
Aquino invece ha un profilo più «istituzionale»: è vicepresidente nazionale
Piccola Industria di Confindustria, è nella giunta di Confindustria Calabria,
ha interessi nel petrolio (è il distributore Agip in regione) ed è stato più
volte candidato nelle liste di Lamberto Dini”.
alcuni spunti della sua carriera presi da questo interessante blog: http://solleviamoci.wordpress.com/2010/08/22/l%E2%80%99irresistibile-discesa-di-piero-sansonetti/